lunedì 19 novembre 2012

Tarì


Parte alle 4 di mattina dal villaggio di Dansama, a 29 Km da Moissala.
Il che vuol dire che si è svegliata qualche minuto prima per una
lavata alla faccia, mani, braccia e piedi. Di solito la nostra gente
si lava le parti più esposte. L’intimo soltanto ogni tanto, al fiume
o, con calma, la notte lontani da occhi indiscreti. L’alba è ormai
vicina e a me resta ancora una mezzoretta sopra le coperte (sotto è
impossibile col caldo di ste parti!).
Lei è già in viaggio, senza torcia, col rischio di pestare un
serpente. Si chiama “Tari”, che in lingua Mbay significa: “Perché?”.
E’ nata di 6 mesi e i suoi genitori le hanno dato il nome
corrispondente alla loro domanda. “Perché così presto? Perché volevi
uscire a tutti i costi?”. Giovanissima, magra come un chiodo ha
quattro figli da tirar su sola e un marito che è scappato di casa.
Chissà che età ha. I nostri giovani non sanno bene quando sono nati. E
tanti non esistono all’anagrafe dello Stato e del sistema mondo. Che
considera solo chi accumula e consuma.
Non vuole mancare l’appuntamento della vita: la partecipazione al
Forum Nazionale dei Giovani. Fa parte dell’equipe dei giovani di
Moissala, scelti apposta per tale avvenimento di fine anno nella
seconda città del Ciad, a Moundou. Ma deve dare la sua partecipazione
all’evento: 4000fr. CFA (6 euro!) ed è l’ultimo giorno disponibile.
Dopo nove chilometri di cammino, quando ormai il sole spunta ad
oriente trova una carretta che arriva fino al fiume. Sale e si mette
al ritmo dei buoi, delle buche, terra, polvere. Canta con la gente la
sua gioia semplice di un viaggio verso un posto che non ha mai visto.
La maggior parte dei nostri giovani (già con figli e mogli) non sono
mai stati fuori da Moissala e non hanno mai visto altre città.
Attraversa il fiume con la piroga pagando 150 fr.CFA (23 centesimi di
euro). Orami è fatta. Ancora un chilometro fino alla nostra missione.
Arriva verso le 10, trafelata, sudatissima e sporca. Prendiamo insieme
acqua fresca e un po’ di arachidi per ristorare il corpo. Ce l’ha
fatta! Mi dà la sua partecipazione e così è certa di partire a fine
anno con gli altri 9 di Moissala.Si incontrerà con altri giovani
provenienti da tutte le comunità cristiane del Ciad. Per una tre
giorni di incontri, preghiera, celebrazioni, danze, canti. E poi la
fantasia e creatività dei giovani…
Tarì è solo una dei tantissimi giovani che, in tutto il Ciad, provano
un futuro diverso con tutto quello che sono e che hanno. Il sacrificio
di trovare i soldi della partecipazione e dei 58 chilometri (andata e
ritorno) vale la spesa.
La vedo felicissima, con un sorriso che non finisce più. E riparte. La
guardo allontanarsi all’orizzonte e mi chiedo: “Io sarei capace di
tale sacrificio per Dio e i fratelli?” “Io che annuncio il Vangelo
sono capace di viverlo con gesti concreti che comportano sudore,
fatica, sacrifici e passione irresistibile?”.
Come sono lontano e in ritardo. Ma almeno c’è Tarì e tantissimi altri
giovani, che nessuno racconterà mai. Ma che hanno la forza nelle gambe
e nel cuore per spronarci e incoraggiarci a non mollare mai!

1 commento:

  1. Ciao Filippo!Sono Giulio Fragni,ricordi?? Parlando con un amico comune ho scoperto questa bellissima novita di te...Ti seguiro con interesse in questo tuo blog! Complimenti ancora per questa scelta coraggiosa che devo dire non mi ha sorpreso piu di tanto,sei sempre stato una persona intelligente ed estremamente sensibile.Un caloroso saluto da Parma!!!

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